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In vacanza, coltiviamo il cambiamento

Per progettare in maniera consapevole il futuro che vogliamo ci vuole tempo, calma e creatività.

Agosto può rappresentare una opportunità, per le persone e per le organizzazioni, per comprendere quale sia la missione che vogliamo coltivare e attraverso quali strumenti e progettualità realizzarla. Fermiamoci, respiriamo, mettiamo ordine tra pensieri ed attività: ci servirà a progettare in maniera consapevole il futuro che vogliamo

 

La vacanza per vivere appieno il tempo

 Quello nel futuro è fantasia. Solo qui e ora possiamo amare veramente. Quando ti prendi cura di questo momento, ti prendi cura di tutto il tempo. Buddha

Ad agosto le nostre attività “operative” sono sospese: abbiamo interrotto fino a settembre l’accompagnamento dei bambini a colloquio in carcere con i propri genitori, abbiamo terminato gli incontri nelle scuole e sul territorio. Proprio come una famiglia, quando i genitori , dopo un anno di lavoro, possono godere delle meritate ferie anche la nostra organizzazione va in “vacanza”.

Ma vacanza da coso? Di cosa vogliamo essere “vuoti” ? Di cosa vogliamo liberarci?

Sicuramente del superfluo, dell’ agitazione, del disordine, custodendo invece con cura ciò che amiamo e a cui ci siamo dedicati.

Capita alle persone e alle organizzazioni di essere sommersi dalle tante incombenze ed attività, che impediscono di vedere chiaramente la strada che stiamo percorrendo.

Per questo abbiamo bisogno di fermarci, sentire cosa proviamo e quale siano le nostre necessità reali e profonde.

Coltiviamo il cambiamento

Un lungo viaggio di mille miglia si comincia col muovere un piede. Lao Tze

Per questo, dedichiamo il mese di agosto per seminare nuove progettualità: la calma e il silenzio sono amici della creatività, e ci aiuteranno a realizzare il cambiamento che vorremmo vivere dopo le vacanze.

Crediamo nella possibilità di creare nuove soluzioni , di avere la forza e la fortuna di realizzare progetti che aiuteranno tutti a cambiare mentalità, comportamenti, regole.

Come associazione, vogliamo realizzare progetti che abbiano un impatto sociale duraturo, con effetti che vadano in profondità, alle radici dei problemi che affrontiamo, ben lontani dalla beneficienza fine a se stessa. Non vogliamo dare “il pane agli affamati”, ma insegnare loro come coltivare il grano, mieterlo, fare la farina ed impastarla.

La gratitudine è il miglior concime

Il segreto per attrarre l’abbondanza nella vita è la gratitudine. Kriyananda

Non c’è niente di più potente della gratitudine per avere progetti rigogliosi e forti.

La gratitudine ci aiuta a comprendere ed apprezzare quello che abbiamo fatto e che abbiamo ricevuto dal temo vissuto e da quello che stiamo attraversando.

Questo anno sociale è stato per noi fondamentale: il covid ha sospeso totalmente tutte le nostre attività, dentro e fuori il carcere, facendoci perdere tanti volontari e legami istituzionali costruiti negli anni.

Ma questa difficoltà è stata per noi benedizione, perché ci ha aiutati a mettere in luce i nostri limiti e disfunzioni,  a comprendere le nostre potenzialità, a capire cosa significhi davvero il concetto di “cambiamento sociale”, in cui tanto crediamo: a settembre siamo finalmente ripartiti, più forti e motivati.

Siamo davvero grati per i tanti progetti realizzati in soli 10 mesi: “Il carcere alla prova dei bambini” con la fondazione Conibambini;  “Mikhael” con il Servizio Civile Universale; di educazione alla legalità nelle scuole; “Figli di genitori detenuti” realizzato con il Garante regionale dei detenuti.

Siamo grati per progetti che ci sono stati approvati e che partiranno a settembre ( come quello vinto con “Pugliacapitalesociale 3.0”, di cui vi parleremo ) e di quelli che abbiamo scritto insieme ai tanti amici che abbiamo conosciuto in questo anno e con cui abbiamo cominciato a fare rete.

A settembre implementeremo e miglioreremo quanto già stiamo facendo.

In questo mese rifletteremo sulla necessità di trovare una soluzione creativa, etica ed  imprenditoriale per risolvere il problema dello “spreco umano”, che il carcere ci ha insegnato a combattere e a condannare.