La famiglia e il carcere
La famiglia viene letteralmente sconvolta, quando entra in contatto con la realtà del carcere.
É una sfida evolutiva che la famiglia non aveva previsto nel proprio percorso, ed è chiamata ad affrontarla con le proprie risorse.
Un primo aspetto da considerare riguarda il minore, che più o meno improvvisamente non vedrà più uno dei genitori, perché detenuto.
A questo proposito è importante riflettere insieme sull’importanza della verità che il genitore, e la famiglia in generale, deve garantire al bambino.
Questo deve conoscere, con delicatezza e attenzione, dove si trova il genitore, anche ricorrendo all’intervento di un mediatore familiare o di un altro professionista dell’aiuto, che possa supportare la famiglia in questo momento critico.
É importante che questo avvenga, perché solo così il bambino avrà modo di capire cosa sta succedendo, di prendere contatto con questa nuova realtà, il carcere, e rassicurarsi sulla sorte del genitore assente.
Essere sinceri con il proprio figlio, per quanto difficile, lo aiuterà ad adattarsi a questa nuova realtà, soprattutto quando incontrerà il genitore in carcere. Sapere cosa lo aspetta, e cosa potrebbe trovare, lo aiuteranno ad affrontare la situazione e a crescere positivamente.
Un altro aspetto da non sottovalutare riguarda i rapporti familiari all’interno del carcere, ma anche all’esterno.
La coppia in quanto tale può attraversare un momento di crisi, quando uno dei due partner si trova in carcere.
Questa crisi può significare che uno dei due si vuole separare, oppure che la coppia ha bisogno di trovare un nuovo equilibrio, reso difficile proprio dalla nuova realtà familiare.
Non solo, ma pensiamo anche al genitore “solitario” che vive con i figli, mentre l’altro è in stato di detenzione, e si deve preoccupare di gestire la famiglia completamente da solo.
Oppure al figlio adulto detenuto, da un lato, e, dall’altro, ai genitori anziani che per es. lo hanno denunciato: in questo caso le relazioni familiari vanno intese in senso molto ampio, e non solo nei termini di marito e moglie.
I problemi possono essere diversi, e così le difficoltà a comunicare tra i membri della famiglia.
In questi casi la mediazione familiare può rappresentare uno strumento molto utile: il mediatore, formato appositamente ai conflitti di coppia e familiari, può aiutare i due genitori a trovare un nuovo equilibrio, oppure a gestire la propria separazione.
Il mediatore potrà aiutare a fornire un quadro di garanzie e rassicurazioni sia alla coppia che ai loro figli, che potrebbero vivere un doppio trauma: la realtà del carcere può essere difficile da affrontare per un bambino o un adolescente, soprattuTto se a questa si aggiunge la separazione dei propri genitori.
Infine, le istituzioni e il mondo delle associazioni dovrebbero potere collaborare insieme, per fornire dei servizi sul territorio a sostegno della famiglia.
Questo, sia durante il periodo di detenzione, ma soprattutto nel post-carcere, quando il genitore detenuto torna a vivere la propria vita familiare e sociale.
Senza un sostegno, e quindi una collaborazione multidisciplinare ad ampio raggio, non sarà possibile procedere ad un effettivo reinserimento nella società e quindi ad una rieducazione.
Gli studi ci dimostrano come aumentino i casi di recidiva in detenuti che non ricevono il giusto sostegno, una volta tornati a casa.
Questo ci porta ad un’altra riflessione. La famiglia, che il genitore o il figlio detenuto conosceva, non sarà mai la stessa che ritroverà, una volta tornato a casa.
L’esperienza del carcere non avrà avuto ripercussioni solo sulla persona detenuta, ma anche sulla sua famiglia, che si sarà abituata a vivere la propria quotidianità senza il familiare.
Quindi è importante che i servizi territoriali lavorino costantemente con la famiglia, per la famiglia e insieme a questa, fornendole tutto l’aiuto possibile.
Non dimentichiamoci che l’autore del reato, qualunque esso sia, non deve mai essere identificato con il reato che commette: dietro al detenuto c’è sempre una persona con una propria storia, che ha bisogno di essere rieducata.